FONTE MERCURIO MAGAZINE
di Marco Letizia (Direttore Generale della Leopardo Crediti)
L'articolo sarà diviso in due parti, una di analisi dei dati (questa), una di commento alla situazione del settore pubblicheremo nei prossimi giorni.
L’ottavo rapporto UNIREC ha fornito una serie di dati che offrono uno spaccato interessante sulle tendenze dominanti degli ultimi anni e, forse, su quanto il settore sia poco cosciente del suo peso e della sua importanza sociale nell’economia italiana.
UNA ANALISI DEI DATI EMERSI
Con un totale di crediti affidati nel 2017 di euro 71.4mld, il settore della tutela del credito vale circa il 4% del PIL italiano (1.716 mld nel 2017, fonte ISTAT), è cresciuto stabilmente dal 2011 (dal 2013 al 2017 +47% in valore) ed è atteso in crescita anche nei prossimi anni.
- Il settore nel sistema Italia: degli 71.4mld di euro di crediti affidati da banche, società del mondo delle utilities e Pubblica Amministrazione nel 2017, 32mld (45%) erano NPL, a fronte di una massa totale di crediti deteriorati presente nel sistema bancario di circa 350 mld al lordo delle svalutazioni (fonte: Banca d’Italia, valore netto 173 mld). Esiste quindi ancora oggi uno stock enorme di NPL non affidati, che viene in parte gestito internamente dal sistema bancario, in parte è già svalutato (EUR 176mld che nei bilanci delle banche valgono zero) o ceduto o che non è ancora affatto gestito. Appare chiaro che gli NPL aumenteranno a venire il loro peso sul totale dello stock dei crediti deteriorati dati in affidamento.
- I crediti in sofferenza del comparto bancario hanno rappresentato nel 2017 il 4% del totale dei prestiti erogati (Fonte: Banca d’Italia). A questi si aggiungono tutti i crediti deteriorati del mondo TLC/Utilities, della P.A., del mondo del leasing... Ipotizzando la stessa percentuale di delinquencies anche in questi segmenti, si può azzardare (estremizzando) che almeno una persona su cinque nel nostro paese abbia problemi legati al mondo del credito.
- Il settore ha recuperato nel 2017 EUR 7.47mld, quindi circa il 10.5% dell’affidato ed occupa circa 19.500 addetti. Ciò significa che ogni addetto ha generato valore a favore delle società committentiper circa EUR 380.000 nell’anno.
- Il valore medio commissionale pagato alle aziende del comparto risulta dell’8,15% circa rispetto al recuperato, ovvero EUR 31.000 circa per addetto. Se si osserva questo valore, appare chiarissimo lo sbilanciamento nel rapporto di forza contrattuale con le società committenti, che oggi non remunerano neppure il costo medio del personale alle aziende che recuperano.
- Il settore si contrae, sia come numero di addetti che come numero di società, pur in presenza di una massa di crediti affidati e da gestire crescente e ricavi settoriali sostanzialmente stabili. Dal 2013 al 2017 si è passati da circa 21.000 a 19.500 addetti (-7%) e da 1.406 a 1.120 società (-20%). Nel solo ultimo anno, le società sono diminuite del 7.5%.
- I ricavi aggregati di settore sono sostanzialmente stabili, ma la loro distribuzione interna si è modificata nel tempo: nel quadriennio 2013-2017 sono passati da 864 mln ad 909 mln (+5%), polarizzandosi sul solo recupero (da EUR 699mld ad 830 mld, +18,7%), mentre a soffrire nel periodo sono state le società di informazioni commerciali, che hanno visto crollare il proprio fatturato aggregato da 165 mld ad 79 mld (-52%).
- Gli utili aggregati (ultimo dato disponibile il 2016, e solo sugli associati UNIREC) erano nel 2016 EUR 34.8mln, o il 4,6%c irca del ricavo aggregato di quell’anno. Dal documento si evince che la stragrande maggioranza delle società del comparto riesce a malapena a mantenere il break-even (continuano ad aumentare, peraltro, le società in perdita), mentre solo una società su 211 fa utili del 10% o più rispetto ai ricavi.
- Il numero di pratiche affidate cala in modo sostanziale (erano 38,923 mln nel 2013, sono divenute 35,030 mln nel 2017, -10%) e si recupera meno(il recovery rate del 43,75% del 2013 è crollato nei quattro anni al 34,4% del 2017). Il valore medio della praticaaffidata è però cresciutonel periodo in modo importante, dagli EUR 1.250 del 2013 agli EUR 2.038 del 2017 (+63%), segno evidente che il mix dei crediti affidati spinge verso crediti più complessi.
- Il settore è stato sinora incapace di seguire il trend a monte (le banche cedono sempre più NPL, e chi compra affida per il recupero): ciò è dimostrato dal calo del totale recuperato, sia in valore (EUR 9.5mld nel 2013, EUR 7,5mld nel 2017, -21%), ma soprattutto in percentuale (crollo dal 19,6% dell’affidato 2013 al 10.5% circa del 2017, si recupera quindi in percentuale la metà circa rispetto a quattro anni fa).
- Guardando al mix dei crediti affidati, appare in modo palese la crescita imperante del segmento degli NPL, a discapito dei prodotti tradizionali (credito al consumo, utilities). Il “mondo” NPL ha pesato nel 2017 per il 45% del totale crediti affidati, rispetto al 28% del credito al consumo ed al 14% dei crediti da utilities. Sorprendono le diverse percentuali di recuperato nei vari segmenti: ad un 18% circa di recovery rate a valore nel credito al consumo ed all’11,7% del prodotto utilities/TLC corrisponde un 2,3% (!) di recuperato a valore sugli NPL, segno evidente che gli attuali processi di recupero sugli NPL sono ancora inadeguati. Il settore non è ancora stato capace di cambiare pelle, e pensa ancora che la standardizzazione dei processi di recupero o l’informatizzazione possano costituire vie d’uscita.
- Processi di lavorazione (phone vs. home collection): la phone collection ha recuperato il 16.5% del valore affidato, mentre la home collection ha recuperato il 5,2% circa. Interessante risulta l’incrocio di questi dati con quelli relativi all’importo medio delle pratiche recuperate, che vede un valore di EUR 1.300 circa per la phone collection, a fronte di EUR 3.900 circa per la home collection. Segno, quest’ultimo, che la home collection è l’approdo naturale per le pratiche di maggior valore o complessità.